Descrizione
La costituzione di una Zona economica speciale (ZES) o di una Zona logistica semplificata (ZLS) per le Marche e l’Umbria è una richiesta che ho personalmente posto in ogni occasione di confronto nazionale e regionale, nella partecipazione ai diversi tavoli di crisi riferiti alle difficoltà occupazionali e di sviluppo del nostro distretto industriale.
Peraltro, senza ricevere risposte. Eppure, bisogna ricordare che questa proposta è stata più volte avanzata, dapprima da Confindustria per l’area del cratere sismico, e ora ritorna in auge in piena campagna per le elezioni regionali.
Quando è stata istituita la ZES Abruzzo nel 2021 non è stata assunta nessuna vera iniziativa verso il Governo di allora che riguardasse anche le Marche, che, in qualità di regione in transizione, ne poteva far parte. Anzi il porto di Ancona è stato messo a servizio dell’operazione abruzzese senza contrattare nulla in cambio. Addirittura, nel 2023, in vista proprio dell’istituzione della ZES unica del 2024, gli emendamenti avanzati in Parlamento per inserire le Marche sono stati bocciati dal Governo e dalla maggioranza in carica.
Nel frattempo, non è stata istituita neppure la Zona logistica semplificata (ZLS), che prevede misure incentivanti simili alla ZES e che tutti i porti e i rispettivi territori del centro-nord Italia hanno, a cominciare da quello vicino e concorrenziale di Ravenna. L’annuncio dell’estensione della Zona economica speciale unica alle regioni Marche e Umbria fatta lunedì 4 agosto dalla Presidente Meloni, cade, quindi, in questo contesto di mancati impegni e conseguenti mancate attuazioni.
Tra l’altro, conferma che la situazione reale è diversa da quella narrata in questi mesi di una regione dalle performances positive, la quale invece ha bisogno di interventi strutturali.
Occorre, inoltre, ricordare che un tentativo in casa di dare seguito alla costituzione della ZES nelle Marche c’è stato in questa legislatura regionale, proprio nel momento in cui si costituivano le ZES regionali, ma quel tentativo è naufragato per le divisioni interne alla maggioranza regionale che non si è messa d’accordo su come andasse ripartito il territorio spettante alla ZES tra le diverse aree di influenza politica. Fino ad archiviare il tutto, perdendo tempo prezioso.
Nel tavolo nazionale su Beko in cui si è chiuso l’accordo, negativo per le Marche, ho posto di fronte al Ministro Urso l’esigenza di attivare almeno la ZLS o la ZES per le regioni Marche e Umbria. Oggi si propone l’estensione della ZES con un disegno di legge e risorse invariate rispetto a quelle spettanti alla ZES del Mezzogiorno e con un Piano strategico nazionale non ancora approvato. Sarebbe tempo che questa complessa, quanto importante materia venisse affrontata con serietà e che accanto a questo vi fosse un’idea di come costituirla tra porto, piattaforma logistica, poli produttivi regionali e rispettive connessioni infrastrutturali funzionali.
Servirebbe un programma di interventi selettivi e di politiche industriali che al momento non esiste a livello nazionale, né regionale. L’Amministrazione comunale di Fabriano ha ragionato su questi temi ed è disponibile a confrontarsi, ma i problemi importanti che vivono i territori e le rispettive comunità hanno bisogno di rispetto e concretezza, non di uscite elettoralistiche.
Ci aspettiamo quindi che l’istituzione della ZES Marche-Umbria avvenga con un decreto legge ad hoc e che preveda i necessari finanziamenti. Altrimenti rimarremo nel campo delle vuote promesse elettorali, che non possiamo permetterci. I nostri territori, che vivono l’urgenza di una grave emergenza sociale, hanno bisogno di politiche serie e tempestive, che garantiscano, con risorse certe, una prospettiva di rilancio rispetto alla difficile situazione che le Marche stanno vivendo.